Oggi
ho compreso fino in fondo come la superiorità del sesso femminile sia un dato
di fatto, dettato in parte dalle regole sociali e in parte dalla genetica. In
particolare, nel momento in cui la parrucchiera mi ha attaccato in testa la
67esima forcina (le ho contate, vi giuro) ho capito che solo la forza d’animo e
la determinazione della mia categoria di genere mi hanno permesso di non piangere
e mollare tutto. Quattro ore in piedi, fra caviglie gonfie, vene varicose in
esplosione e pruriti intermittenti in differenti parti del corpo a contatto con
la crinolina, mi hanno fatto riflettere.
Noi donne siamo una specie superiore. Abbiamo accettato il corsetto, imparato a camminare sui tacchi, siamo diventate immuni al dolore della ceretta e anche nel giorno più bello della nostra vita (a detta dei numerosi film Disney con i quali siamo cresciute) sopportiamo di stare a sorridere per una giornata, in piedi con 4 chili e mezzo di tulle, pizzi e merletti vari. Perché, preparatevi future spose, un abito bianco che si rispetti pesa molto più delle promesse che andrete a ripetere davanti a Dio.
Queste
sono le riflessioni del mio pomeriggio da pseudo-modella ad un evento sposi.
Ok, lo ammetto, girare per un centro commerciale tutta agghindata con un abito
verde smeraldo che brillava più dei gioielli della regina Elisabetta, ha dato
non poca spinta alla mia autostima, nonostante gli accorgimenti del dietro le quinte
per fare scendere tutto quel pizzo sui miei, troppo larghi, fianchi da
non-modella.
- Chi sunnu beddicchie chiste dui auti, viddi e
rusa (io e la Franca).
- Veru è, sunnu i chiu beddi. Ora ni putemu iri?
Sfilando
qua e là, siamo finite anche in vetrina a spaventare i bambini, increduli alla
magia dei manichini che sorridono e salutano, fra vecchiette divertite e ragazzi
ammiccanti. Ho anche scoperto che le modelle, come le vere spose, non mangiano.
E mentre la gente assaggiava confetti al babà e tartine di caviale, io e la
Franca sfilavamo sorridendo nella speranza che il brontolio delle nostre pance
non fosse udibile al pubblico più vicino. Vi giuro che non cedere alla vista
dei divanetti nei camerini è stata dura. Fare le modelle non è per nulla facile,
specialmente se non lo sei!
Alla fine della fiera ho capito due cose
fondamentali per il mio futuro:
- Sono troppo vecchia per fare la modella (ci
vuole il fisico, non in senso estetico, ma proprio la resistenza fisica).
- Per mantenere intatto il rossetto per 4 ore non
si devono mai strofinare le labbra (la minaccia della truccatrice suona ancora
sufficientemente spaventosa nella mia testa).
Grazie
mille alla Sartoria Ragusa, alle sorridenti sorelle Tiziana e Caterina, per
l’invito e i bellissimi abiti che ci hanno fatto indossare!
Foto Giovanni Federico
Trucco Valentina Pellegrino
Capelli Compagnia della Bellezza